Sono sull’argine del letto dove dormi. Al limite dei tuoi sogni.
Nuoto nelle tue onde... col fragore di un cristallo che si rompe.
Si fermano su questa riva tutti i baci che ti hanno toccato,
lucidi,
come schegge di vetro soffiato,
sommersi,
tra i segni del tuo corpo sensibile.
Alternata, a quell’istante che ci vede uniti al ritmo che trema senza mistero.
Nell’andatura...
e il respiro che si solleva dal petto, dentro la voce, che al gemito, si spoglia.
Come lo sparo...
nel silenzio della notte.
Se avessi il potere
ti porterei con questo sogno nel cielo più azzurro, più lontano,
stordito dal tuo sogno, che mi brucia la testa.
Nel desiderio che cresce, in questo crudele abbraccio della notte,
il lieve mormorio... Come il suono dei venti.
In quell'istante, nessun dio... intervenne!”
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